Perché si sogna? Quali sono i motivi e l’utilità?

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Sognare rappresenta una necessità per il proprio cervello e soprattutto per il proprio inconscio. Il quale attraverso immagini metaforiche riesce a far emergere tutto quello che teniamo nascosto. I sogni rappresentano la chiave per interpretare la propria vita interiore, quello che sta accadendo realmente oppure possono essere lo specchio del nostro sesto senso.

Cosa accade al cervello durante la notte

Il cervello si sveglia mentre il dormiente rimane addormentato, la situazione sembra davvero paradossale, ma è proprio così. La spiegazione di questo curioso meccanismo è ora fornita da studi di imaging cerebrale molto dettagliati che ci consentono di osservare il cervello in azione. Infatti, mentre alcune regioni del cervello si svegliano, altre rimangono profondamente addormentate. Sveglie, ad esempio, le aree del cervello che producono immagini, il che spiega la natura altamente visiva dei sogni. Addormentate, invece, sono le strutture preposte a collocare gli oggetti nel loro contesto, che possono generare aberrazioni di scala (fragola gigante, città in valigia, ecc.).

Cosa succede durante il sonno nella percezione degli stimoli ambientali

Durante il sonno REM, una relativa quiescenza della rete attenzionale può spiegare perché gli stimoli esterni erogati durante il sonno vengono ignorati o incorporati automaticamente nel narrazione del sogno. Il che suggerisce che il sogno è il custode del sonno. Per il professor Ernest Hartmann la funzione del sogno è molto più fondamentale di questa descrizione. Il sogno assimilerebbe infatti le emozioni provate durante lo stato di veglia. Un po’ come un pezzo di pasta modellabile bianca da impastare in modo che si fonda in una palla già piena di diversi colori. La palla multicolore che rappresenta l’unità del pensiero emotivo. Le connessioni non sono fatte a caso. Sono guidate dalle emozioni del sognatore.

Freud aveva ragione?

Quando un’immagine suscita una forte emozione, non traduce come pensava Freud, l’espressione di un desiderio. Si tratta bensì di paure, di elaborazioni della vita di tutti i giorni, oppure di intuizioni, presentimenti o esteriorizzazione di ciò che sentiamo davvero.

Perché non ricordiamo i sogni

Non sempre ricordiamo i sogni fatti, questo in quanto ci svegliamo al di fuori delle fasi oniriche. Ma il 95% dei dormienti che si svegliano durante una fase di sonno REM, il momento privilegiato del sogno, può ricordare il sogno nei minimi dettagli. In ogni caso, l’impastamento psicologico avverrebbe durante il sonno. Tuttavia, incubi significativi e ripetuti potrebbero indicare che qualcosa non va. I sogni potrebbero servire ad attenuare le intense emozioni generate dallo stress prolungato.

Perché le donne ricordano di più i sogni

Come spiegare che le donne hanno, in media, una maggiore facilità nel ricordare i propri sogni? Il sistema emotivo dei due sessi è molto diverso e il sogno è uno dei tanti processi emotivi. Probabilmente le donne presentano una sensibilità maggiore ed una profondità emotiva che attiva maggiormente la memoria durante le fasi del sonno. Sembra che il sonno e la memorizzazione vadano di pari passo.

Perché non confondiamo i sogni con eventi reali

La fase del sonno REM, sembra particolarmente importante per la memoria emotiva, afferma la dott.ssa Susanne Diekelmann, psicologa e neuroscienziata cognitiva presso l’Università di Tubinga in Germania. Quanto al rischio di confondere i sogni con i ricordi reali, la parte anteriore del nostro cervello sa come muoversi, per creare una distinzione tra reale e fittizio. Pur accadendo che il sogno sia così reale da poter creare sensazioni che rimandano in tutto e per tutto ad un’esperienza che sembra davvero realistica. Tranne in un caso: quando ci manca il sonno. La nostra capacità di decidere se un ricordo è vero o falso è quindi indebolita, in questa situazione particolare. Se soffriamo di disturbi del sonno e altre patologie legate alla memoria, è probabile che questo aspetto sia compromesso. Nei bambini inoltre si tratta di un fenomeno normale, soprattutto nella fascia di età che va dai 5 ai 7 anni circa. L’importante è che il genitore aiuti a distinguere effettivamente quanto è reale e quanto invece è da tenere nel mondo dei sogni.

Conclusione

Sognare è un processo naturale e biologico, in cui il nostro cervello inconscio può tirare fuori tutto quello che la parte conscia di noi tende a reprimere. Si tratta di una chiave fondamentale di lettura dell’interiorità del sognatore. Il cervello e il corpo rimangono sempre attivi, ma su un livello di consapevolezza differente. Riuscire ad interpretare i sogni può essere un modo per rendersi conto che è il momento di cambiare o di fare i conti con ciò che sentiamo davvero. Si tratta di una finestra che fa luce su tutto quello che nella vita di tutti i giorni, la nostra mente razionale cerca di non vedere attivando un meccanismo di difesa. Sognare è un modo di leggere profondamente se stessi o di dare forma ad intuizioni su ciò che ci circonda. Che si tratti delle persone a noi vicine o della vita lavorativa, sociale o di coppia.